mercoledì 27 giugno 2007

IDONEI: SENTENZA INTERESSANTE

TRATTO DA http://www.altalex.com/index.php?idstr=15&idnot=5223

La controversia de qua ha ad oggetto l’impugnazione del provvedimento di diniego dell’istanza di scorrimento della graduatoria presentata da parte di un soggetto risultato idoneo non vincitore in una procedura concorsuale.

Nel caso concreto, secondo l’amministrazione appellante, risultava dubbia la sussistenza della giurisdizione del G.A. in quanto lo scorrimento della graduatoria avrebbe comportato l’attribuzione di un incarico dirigenziale con conseguente giurisdizione del G.O. in veste di giudice del lavoro.


Secondo il Consiglio di Stato, la fattispecie in esame deve essere risolta in relazione alla corretta qualificazione, come diritto o interesse della situazione giuridica soggettiva, fatta valere dal concorrente idoneo non vincitore che aspiri allo scorrimento della graduatoria.


In particolare, il Consiglio di Stato ha ribadito che non sussiste, in capo agli idonei non vincitori di un concorso, una posizione di diritto soggettivo: solo i vincitori del concorso sono, infatti, titolari di tale posizione giuridica.

Pertanto, il sindacato giurisdizionale sull’esercizio del potere di scorrere la graduatoria non rientra nella giurisdizione del G.O..


La posizione giuridica fatta valere è qualificabile come una mera aspettativa allo scorrimento della relativa graduatoria che, invece, rappresenta una facoltà (non un obbligo) dell’amministrazione, espressione del suo potere discrezionale.


I Giudici precisano che tale orientamento non è stato influenzato dalla privatizzazione del pubblico impiego e dal passaggio delle relative controversie alla cognizione del G.O. La decisione di scorrere la graduatoria non rientra nell’alveo degli atti di gestione del rapporto di lavoro, bensì nella funzione propria ed esclusiva della pubblica amministrazione di organizzazione degli uffici.


Il Consiglio di Stato chiarisce, infine, i limiti del sindacato del G. A. sulla scelta della pubblica amministrazione di non utilizzare una graduatoria per procedere ad assunzioni ulteriori rispetto ai posti messi a concorso.

Il provvedimento di diniego dello scorrimento della graduatoria può essere sottoposto ad un sindacato di legittimità in relazione alla sussistenza di macroscopici vizi di eccesso di potere per arbitrarietà, irrazionalità, irragionevolezza e travisamento dei fatti.

(Altalex, 25 settembre 2006. Nota di Francesco Logiudice)




N.5320/2006
Reg. Dec.
N. 8029
Reg. Ric.
Anno 2005


R E P U B B L I C A I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la seguente

DECISIONE

sul ricorso in appello iscritto al NRG. 8029 dell’anno 2005 proposto dal MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE, in persona del ministro in carica, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, presso la quale domicilia ope legis in Roma Via dei Portoghesi n. 12;

contro

P. CARLO, rappresentato e difeso dall’avvocato Nicola Pignatiello, on il quale è elettivamente domiciliato in Roma, via Properzio, n. 37 (presso lo studio dell’avvocato Carmine Medici);

per l'annullamento

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Campania, sez. V, n. 7453 dell’ 8 giugno 2005;

Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;

Visto l’atto di costituzione in giudizio del dott. Carlo P.;

Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive tesi difensive;

Visti gli atti tutti della causa;

Relatore alla pubblica udienza del 5 maggio 2006 il Consigliere Carlo Saltelli;

Udito l’avvocato dello Stato Elefante per l’amministrazione statale appellante;

Ritenuto in fatto e considerato quanto segue.

FATTO

Il dott. Carlo P., direttore tributario, area C3, in servizio presso l’Agenzia delle Entrate, Ufficio distrettuale delle Imposte Dirette di Salerno, avendo partecipato al concorso speciale, per titoli di servizio, professionali e di cultura a 999 posti di primo dirigente del ruolo amministrativo del Ministero delle Finanze bandito con D.M. 19 gennaio 1993 ed essendo stato collocato al 1035° posto nella graduatoria finale (approvata con D.D. prot. 2388/Div. VI del 9 luglio 1999, pubblicata sul bollettino ufficiale in data 31 luglio 1999, con istanza in data 8 giugno 2001 chiedeva all’Amministrazione di essere immesso nelle funzioni di Dirigente, avendone – a suo avviso – titolo, di essere collocato nel ruolo F/1 di cui al comma 11 dell’articolo 5 del Decreto del Ministero delle Finanze n. 1390 del 28 dicembre 2000 e di ottenere la stipula del contratto: ciò in quanto, per un verso, a quella data erano stati coperti solo 840 posti dei 999 posti disponibili erano stati assegnati al personale in graduatoria e, per altro verso, vi era assoluta carenza di personale, dovuta a pensionamenti e a varie altre cause.

Con nota prot. n. 2001/14444 DPF/UAR/DCPO/Serv. II/Div. V del 13 luglio 2001 l’Ufficio Amministrazione delle Risorse del Dipartimento per le politiche fiscali del Ministero dell’Economia e delle Finanze rigettava la richiesta, adducendo una puntuale serie di ragioni ostative.

Il Tribunale amministrativo regionale della Campania, adito dall’interessato per l’annullamento del predetto diniego, con la sentenza n. 1331 del 22 febbraio 2003 (sez. V) dichiarava inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo.

Poiché tale sentenza veniva annullata con rinvio dal Consiglio di Stato, sez. IV, con la decisione n. 7428 del 15 novembre 2004 che dichiarava invece sussistere in materia la giurisdizione del giudice amministrativo, ha riassunto il giudizio innanzi al Tribunale amministrativo regionale della Campania, sez. V, che con la sentenza n. 7453 dell’8 giugno 2005 ha annullato l’impugnato diniego, respingendo tuttavia la domanda risarcitoria proposta in quanto del tutto generica.

Secondo il tribunale, invero, pur non potendo contestarsi in linea generale che la determinazione di procedere allo scorrimento della graduatoria di un concorso è espressione di discrezionalità amministrativa e che pertanto, sempre in linea generale, non vi è un obbligo per l’amministrazione di procedere al predetto scorrimento, occorre distinguere l’ipotesi in cui attraverso lo scorrimento della graduatoria si coprono posti già originariamente messi a concorso da quella in cui, invece, si coprono posti istituiti o resi disponibili solo successivamente all’approvazione della graduatoria, diversa essendo nei due diversi casi l’ambito della discrezionalità amministrativa: in particolare, nel primo caso la determinazione di non procedere allo scorrimento implica un apprezzamento dell’interesse pubblico diverso da quello originario (di coprire i posti vacanti), così che essa necessita di un’adeguata ponderazione e di una puntuale motivazione, onere che invece che è meno gravoso nel secondo caso.

Il provvedimento di diniego di scorrimento, alla luce delle delineati argomentazioni, è stato pertanto ritenuto inficiato da difetto di motivazione, essendo inconferenti e comunque non adeguate, in relazione all’interesse pubblico perseguito con lo stesso bando di concorso, le motivazioni addotte a suo sostegno.

Con atto di appello notificato a mezzo del servizio postale il 30 settembre 2005 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiesto la riforma della prefata statuizione, deducendone l’erroneità alla stregua di due sostanziali motivi di gravame, con il primo dei quali, confutando diffusamente le motivazione dei giudici di primo grado, ha rivendicato la piena legittimità dell’atto di diniego, inopinatamente annullato, mentre con il secondo ha eccepito nuovamente il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo.

L’appellato, costituitosi in giudizio, ha dedotto l’inammissibilità e l’infondatezza del gravame, di cui ha pertanto chiesto il rigetto ed ha illustrato ulteriormente le proprie tesi difensive con apposita memoria deposita in data 26 aprile 2006.

DIRITTO

I. L’appello dell’Amministrazione finanziaria è fondato e deve essere accolto.

I.1. La Sezione deve innanzitutto farsi carico dell’esame della eccezione di difetto di giurisdizione sollevata con il gravame in esame dall’amministrazione appellante, in ragione del fatto che la controversia non riguarderebbe la regolarità della procedura concorsuale del concorso speciale a 999 posti dirigenti, né la legittimità della relativa graduatoria finale, regolarmente approvata, ma solo la pretesa all’attribuzione di un incarico dirigenziale (che avrebbe come mero atto presupposto un provvedimento amministrativo di scorrimento, il quale dovrebbe essere considerato come espressione di una facoltà dell’amministrazione inerente ad una attività di gestione del rapporto di lavoro).

L’assunto, ancorchè suggestivo, non merita accoglimento (indipendentemente da ogni considerazione sulla singolarità dell’impostazione difensiva dell’amministrazione la quale, in presenza della sentenza del tribunale amministrativo campano, n. 1331 del 22 febbraio 2003, declinatoria della giurisdizione amministrativa sull’originario ricorso proposto dall’odierno appellato, ne aveva chiesto la riforma proprio in punto di giurisdizione, ottenendola con la decisione n. 7428 del 15 novembre 2004 di questa stessa Sezione).

Al riguardo deve rilevarsi che la giurisprudenza, in modo pressocchè unanime, è dell’avviso che la posizione vantata dal soggetto risultato idoneo in graduatoria, a seguito dell’espletamento di un pubblico concorso, non ha natura e consistenza di un diritto soggettivo, ma di mera aspettativa allo scorrimento della relativa graduatoria (C.d.S., sez. V, 1° marzo 2005, n. 794), essendo il c.d. scorrimento della graduatoria una facoltà eccezionale (e non un obbligo dell’amministrazione) e perciò espressione del suo ampio potere discrezionale (C.d.S., sez. V, 18 ottobre 2002, n. 5611).

In modo ancor più puntuale è stato affermato che lo scorrimento della graduatoria, previa espunzione dei candidati cessati dal servizio, non può essere ritenuto un effetto automatico dell’esito del concorso e dell’applicazione delle regole concorsuali, ma presuppone una serie di accertamenti successivi all’approvazione della graduatoria ed alla individuazione dei vincitori del concorso (C.d.S., sez. IV, 31 gennaio 2005, n. 205).

Tale orientamento, alla stregua del quale non può dubitabilmente dubitarsi della sussistenza nella materia de qua della giurisdizione del giudice amministrativo, non è stata minimamente intaccata dalla c.d. privatizzazione del pubblico impiego e dal passaggio delle relative controversie, salvo quelle di natura concorsuale, alla cognizione del giudice ordinario.

Ed invero la stessa Corte di Cassazione (sez. lav., 5 marzo 2003, n. 3252) ha espressamente negato che il pubblcio dipendente abbia diritto all’assunzione per effetto dello scorrimento della graduatoria, in quanto detto scorrimento costituisce l’effetto di una autonoma decisione dell’amministrazione stessa, rientrante nell’ambito degli atti di macro – organizzazione, con la conseguenza che il diritto all’assunzione (e dunque di giurisdizione del giudice ordinario) è configurabile solo ove l’amministrazione abbia già assunto la determinazione di scorrimento, individuando così nuovi vincitori del concorso.

Più incisivamente le Sezioni Uniti della Cassazione con la sentenza n. 14529 del 29 settembre 2003 hanno affermato che per i vincitori di un concorso pubblico è configurabile la posizione di diritto soggettivo ogni qualvolta il rapporto di impiego si costituisce mediante contratto e non già in virtù di atto unilaterale di nomina (“…ciò in quanto esaurita la procedura concorsuale si è ormai sul terreno degli atti di gestione e della capacità di diritto privato dell’amministrazione pubblica…, sicchè il soggetto individuato all’esito del procedimento ad evidenza pubblica versa nella condizione propria dell’aggiudicatario di qualsiasi altro contratto, svolgendosi ormai il suo rapporto con la controparte in modo paritario e ponendosi la decisione di quest’ultima di coprire un certo numero di posti e di assumere i vincitori del concorso come fonte, per l’interessato, del suo diritto alla stipulazione”) e che a tale posizione deve essere equiparata quella di chi rientra nel c.d. scorrimento della graduatoria, nell’intesa tuttavia che “…l’istituto del c.d. scorrimento della graduatoria, che consente ai candidati semplicemente idonei di divenire vincitori effettivi, precludendo l’apertura di nuovi concorsi, presuppone necessariamente una decisione dell’amministrazione di coprire il posto”: tale decisione è “…equiparabile, nella sostanza, all’espletamento di tutte le fasi di una procedura concorsuale, con identificazione degli ulteriori vincitori, ancorché mediante l’utilizzazione dell’intera sequenza di atti apertasi con il bando originario, recante la c.d. lex specialis del concorso, e conclusasi con l’approvazione della graduatoria, che individua i soggetti da assumere”.

In buona sostanza, l’esercizio del potere di scorrere la graduatoria non rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, non potendo sussistere in capo agli idonei di un concorso una posizione di diritto soggettivo (che postula invece la qualità di vincitore del concorso) e non rientrando esso quindi nell’ambito degli atti di gestione, bensì nella funzione propria ed esclusiva di organizzazione degli uffici.

Non sussiste pertanto nel caso di specie il dedotto difetto di giurisdizione del giudice amministrativo.

I.2. Passando all’esame del merito della questione, la Sezione è dell’avviso che le argomentazioni utilizzate dai primi giudici per accogliere il ricorso del dott. Carlo P. mon possono essere condivise, come del resto eccepito dall’amministrazione appellante.

E’ stato evidenziato come il c.d. scorrimento della graduatoria della graduatoria di un concorso (all’evidente fine di procedere all’assunzione degli idonei) costituisce frutto di un ampio potere discrezionale che, impingendo nel merito dell’azione amministrativa, si sottrae al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salva la sussistenza di macroscopici vizi di eccesso di potere per arbitrarietà, irrazionalità, irragionevolezza e travisamento dei fatti che nel caso di specie non emergono dall’esame della motivazione del diniego.

Invero, quest’ultima richiama: a) l’operatività, ai sensi dell’articolo 20 della legge finanziaria per il 2000, del ruolo unico dei dirigenti, per effetto del quale le Amministrazioni statali, prima di procedere all’assunzione di candidati idonei in graduatorie concorsuali, dovevano verificare la presenza di eventuali dirigenti in disponibilità presso il medesimo ruolo unico; b) la disposizione dell’articolo 22, comma 5, del C.C.N.L. del personale dirigenziale, sottoscritto il 9 gennaio 1997, a tenore del quale ogni amministrazione ad inizio di ogni anni deve provvedere a rendere pubbliche le posizioni organizzative che si sarebbero rese disponibili nel corso dello stesso anno a seguito di pensionamento o per scadenza di incarichi a tempo indeterminati; c) la norma contenuta nell’articolo 13, comma 7, del nuovo C.C.N.L. per il quadriennio 1998 – 001, relativo al personale dirigente dell’AREA 1, sottoscritto il 5 aprile 2001, di tenere sostanzialmente identico alla disposizione sub b); d) la non necessità di procedere al reclutamento di nuovi dirigenti, essendo in corso le procedure per il conferimento degli incarichi ai vincitori di due concorsi pubblici ancora in fase di espletamento; e) le modifiche strutturali dell’organizzazione dell’amministrazione finanziaria, con l’attivazione fra l’altro dell Agenzie Fiscali (decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e regolamento del Dipartimento per le Politiche Fiscali approvate il 26 aprile 2001).

Tale articolata motivazione, i cui presupposti di fatto e di diritto non sono stati neppure sostanzialmente contestati dall’interessato, è da ritenersi sicuramente adeguata, ragionevole, razionale e non arbitraria ed è quindi idonea a sorreggere il diniego di scorrimento della graduatoria, dando convincentemente atto dell’approfondito apprezzamento degli interessi pubblici coinvolti nella vicenda in esame che, diversamente da quanto sostenuto dai primi giudici, non possono semplicisticamente ridursi alla mera valutazione dell’opportunità o meno di coprire i posti messi a concorsi; del resto una simile interpretazione dell’apprezzamento dell’interesse pubblico, oltre che riduttivo, è frutto della particolare prospettiva proprio de candidato idoneo (che ha evidentemente interesse ad essere dichiarato vincitore), ma male si concilia con i più vasti orizzonti in cui si colloca l’azione amministrativa che, per essere conforme ai principi costituzionali di cui all’articolo 97 ed in particolare ai canoni di imparzialità e buon andamento) deve tener conto – come del tutto correttamente è stato fatto in concreto – del (notevole lasso di) tempo trascorso dal momento dell’indizione del concorso, delle modifiche legislative ed organizzative intervenute e delle aspettative legittime dei vincitori dei concorsi ancora in corso di espletamento.

A ciò aggiungasi che, come rilevato dall’amministrazione appellante, è errata anche la stessa prospettazione dei fatti operata dall’interessato, atteso che non risulta corrispondere al vero che ci siano posti vacanti, atteso che l’amministrazione ha invece proceduto alla nomina di tutti i vincitori di concorso, a nulla rilevando poi che si sarebbero verificate, ma solo successivamente, disponibilità per pensionamenti o altre cause, disponibilità per altro che spetta esclusivamente all’amministrazione di apprezzare e valutare (ai fini della loro copertura), nell’ambito del più vasto disegno di riorganizzazione dell’amministrazione finanziaria e tenendo conto del ruolo unico dirigenziale.

II. Alla stregua di tali considerazioni l’appello deve essere accolto e per l’effetto, in riforma dell’impugnata sentenza, deve essere respinto il ricorso proposto in primo grado dal dott. Carlo P..

Le peculiarità della fattispecie giustifica la compensazione delle spese del doppio grado di giudizio.

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sull’appello proposto dal Ministero dell’Economia e delle finanze avverso la sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Campania, sezione Quinta, n. 7453 dell’8 giugno 2005, lo accoglie e, per l’effetto, in riforma della impugnata sentenza, respinge il ricorso proposto in primo grado dal dott. Carlo P..

Dichiara interamente compensate tra le parti le spese del doppio grado di giudizio.

Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’autorità giudiziaria.

Così deciso in Roma, addì 5 maggio 2006, dalla Quarta Sezione del Consiglio di Stato, riunita in camera di consiglio, con l’intervento dei seguenti magistrati:

PAOLO SALVATORE - Presidente

ANTONINO ANASTASI - Consigliere

VITO POLI - Consigliere

ANNA LEONI - Consigliere

CARLO SALTELLI - Consigliere, est.

L’ESTENSORE IL PRESIDENTE

Carlo Saltelli Paolo Salvatore

IL SEGRETARIO

Rosario Giorgio Carnabuci


DEPOSITATA IN SEGRETERIA

12/09/2006

(art. 55, L. 27.4.1982 n. 186)

Il Dirigente
Dott.Antonio Serrao

venerdì 22 giugno 2007

PS:...

Aggiungiamo il link della Camera da dove abbiamo estrapolato il testo...

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.Asp?idAtto=13482&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27

Cari amici...ecco una bella novità...Speriamo che venga accolta!!

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00221
presentata da
SIMONE BALDELLI
giovedì 21 giugno 2007 nella seduta n.174


L'XI Commissione,

premesso che:

l'articolo 1 comma 523 della Finanziaria 2007 (legge n. 296/2006) prescrive che: «Per gli anni 2008 e 2009 le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi i Corpi di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le agenzie, incluse le agenzie fiscali di cui agli articoli 62, 63 e 64 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, gli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. Il limite di cui al presente comma si applica anche alle assunzioni del personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni»;

l'articolo 1 comma 526 della Finanziaria 2007 (legge n. 296/2006) prescrive che: «Le amministrazioni di cui al comma 523 possono altresì procedere, per gli anni 2008 e 2009, nel limite di un contingente di personale non dirigenziale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 40 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente, alla stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale, in possesso dei requisiti di cui al comma 519»;

in base alle citate disposizioni, per gli anni 2008 e 2009, nelle amministrazioni dello Stato per ogni 100 cessazioni ci saranno 60 assunzioni di cui 40 riservate ai cosiddetti «precari stabilizzati» e 20 per i vincitori di procedure concorsuali;

le norme della Finanziaria 2007 in materia di pubblico impiego mortificano il concetto stesso di meritocrazia poiché invece che rivalutare e rilanciare la funzione strategica delle procedure concorsuali, nel pieno rispetto dell'articolo 97 della Costituzione, e già a partire dagli anni 2008 e 2009, destinano una percentuale di risorse minima alle assunzioni a tempo indeterminato dei vincitori dei concorsi pubblici,
impegna il Governo
ad adottare modifiche normative finalizzate a prevedere l'inversione dei limiti di spesa previsti dai commi 523 e 526 dell'articolato unico della Finanziaria 2007 nel pieno rispetto dell'articolo 97 della Costituzione.

(7-00221) «Baldelli, Pelino, Fabbri».

giovedì 21 giugno 2007

NEWS PER I VINCITORI E GLI IDONEI DEL COMPARTO SANITA' (REGIONE LAZIO)

SANITA': SMI, TAGLI REGIONE LAZIO PRODURRANNO DANNI GRAVISSIMI =
STASERA A ROMA PRESENTAZIONE SINDACATO REGIONALE

Roma, 21 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "La Regione Lazio taglia 40 milioni di euro di fondi per la sanita', ma ne 'regala' 5 ai manager delle Asl reintegrati dal Consiglio di Stato a scopo di equo indennizzo. Una politica che produrra', inevitabilmente, danni gravissimi per la sanita' regionale". A lanciare l'accusa contro i tagli decisi dalla Giunta laziale per ripianare il deficit sanitario e' Gian Marco Polselli, segretario regionale del Sindacato dei medici italiani (Smi). Delle conseguenze del provvedimento 'taglia-fondi' si parlera' questa sera a Roma in occasione della presentazione dello Smi del Lazio, in una conferenza al via dalle 19.00.
Tre gli aspetti che lo Smi denuncia: il taglio degli stipendi del personale sanitario, il blocco delle assunzioni per un anno, la diminuzione del numero dei primari. "All'evento di questa sera - riferisce una nota dello Smi - hanno garantito la loro presenza il vicepresidente del Senato Mario Baccini, il vicepresidente della Commissione sanita' della Regione Lazio Stefano De Lillo e il consigliere regionale del Lazio Raffaele D'Ambrosio".

NEWS PER I VINCITORI E GLI IDONEI DEI CONCORSI NEL COMPARTO GIUSTIZIA

GIUSTIZIA: CAMERA PENALE ROMA A MASTELLA, RIVEDERE UFFICIO CENTRALE NOTIFICHE =
DOMANI L'INCONTRO TRA I PENALISTI E IL GUARDASIGILLI

Roma, 21 giu. (Adnkronos) - "Dall'indagine che abbiamo condotto con Eurispes emerge un dato allarmante sul sistema delle notificazioni. Al ministro Mastella domani chiederemo se il problema sta nel funzionamento dell'Ufficio centrale delle notifiche e se non sia una struttura ormai vetusta e grottesca". E' quanto dichiarato dalpresidente della Camera penale di Roma, Gian Domenico Caiazza, nel corso della presentazione di una indagine sul processo penale condotta dall'istituto Eurispes insieme alla Camera penale capitolina e alla Fondazione per la giustizia 'Enzo Tortora'.
Caiazza ha preannunciato l'incontro che i penalisti romani avranno domani con il ministro della Giustizia Clemente Mastella, incontro durante il quale verranno consegnati al Guardasigilli i dati dell'importante ricerca che ha voluto realizzare un monitoraggio del processo penale fondato sul rilevamento dei dati direttamente dalle udienze nelle aule delle sezioni penali. Al centro del dibattito anche i problemi legati all'informatizzazione dei processi, alle tante cause dei rinvii anche ai problemi legati al blocco delle assunzioni nel settore giustizia e alla carenza di personale.Inoltre verranno chiarite alcune discrepanze tra i risultati delle indagini e i dati ufficiali: "secondo i dati della Corte d'Appello la durata complessiva di un processo e' 360 giorni -ha concluso Caiazza- invece a noi risulta che questo tempo intercorre soltanto per arrivare alla prima udienza".

martedì 19 giugno 2007

Info sullo status giuridico di "vincitore di concorso"

Diritto all’assunzione del vincitore di concorso

L’espletamento delle procedure concorsuali termina con l’approvazione della graduatoria. Con quest’ultimo provvedimento la pubblica amministrazione proclama i vincitori.
Può accadere, però, che l’amministrazione decida di non procedere all’assunzione. Si tratta allora, in questi casi, di verificare quale posizione può vantare il vincitore a fronte di tale decisione, se cioè l’amministrazione sia o meno tenuta ad effettuare l’assunzione, e, in quest’ultima eventualità, se il vincitore non assunto abbia comunque diritto al risarcimento di eventuali danni.
Sul punto si sono formati, in giurisprudenza, due orientamenti.
Secondo un primo orientamento, formatosi in epoca antecedente la cd. privatizzazione del pubblico impiego, il vincitore di un concorso non vanterebbe un diritto all’assunzione bensì una mera aspettativa legittima. In sostanza, la scelta di assumere o meno il vincitore rientrerebbe nella potestà organizzatoria della pubblica amministrazione, la quale, per sopravvenute circostanze, potrebbe ritenere di revocare l’intera procedura esecutiva. ( cfr. Tar Lazio sent. n. 7029/2005). Cionondimeno, i sostenitori di quest’orientamento ritengono che la scelta dalla P.A. di non procedere all’assunzione, debba essere supportata da un’adeguata motivazione che ne riveli la conformità all’interesse pubblico nonché ai canoni di razionalità e logicità. Ove invece il provvedimento di revoca si appalesi illegittimo sotto i profili evidenziati, il vincitore pretermesso potrebbe impugnare il provvedimento di revoca della procedura concorsuale. La scelta della P.A. di revocare la procedura concorsuale e dunque di non procedere all’assunzione del vincitore è stata ritenuta legittima nelle seguenti fattispecie: blocco delle assunzioni, derivante da un’espressa previsione di legge ( cfr. i vincoli alle assunzioni previsti dalle ultime leggi finanziarie, o il c.d. factum principis – cfr. .A.R. Valle d'Aosta, 12/12/2001, n.190, Cons. Stato, sez. V, 19/03/2001, n.1632); nel caso in cui l’amministrazione, nell’esercizio della potestà organizzativa, durante l’espletamento della procedura, e dunque ance dopo, l’indizione del concorso, ridetermini la dotazione organica eliminando il posto messo a concorso; quando manche la copertura finanziaria per la nuova assunzione.
In questi casi, la giurisprudenza ha effettuato un bilanciamento di interessi, tra quello perseguito dalla P.A. e quello perseguito dal privato. L’interesse pubblico dell’amministrazione è stato ritenuto prevalente rispetto all’affidamento ingenerato nel privato vincitore del concorso. Il vincitore non assunto non rimane tuttavia privo di tutela. Alla stregua di quest’orientamento, infatti, ove, l’amministrazione abbia motivato la scelta di non assumere in base ad una delle sopraindicate circostanze, il vincitore del concorso revocato può eventualmente contestare il provvedimento di revoca sotto il profilo della congruità e la correttezza delle scelte in concreto. In secondo luogo, anche laddove la revoca fosse legittima, la pubblica amministrazione sarebbe comunque responsabile della violazione dell’aspettativa del privato, di conseguenza, sarebbe tenuta, ove ne sussistessero i presupposti, a risarcirgli i danni.
Il secondo orientamento, consolidatosi in seguito alla privatizzazione dei rapporti di pubblico impiego, giunge ad opposta conclusione. La circostanza che le nuove norme in materia di pubblico impiego abbiano devoluto alla giurisdizione del giudice ordinario il contenzioso afferente la fase successiva all’approvazione della graduatoria concorsuale, e dunque quello afferente l’assunzione, deve indurre a ritenere che il vincitore del concorso vanti un vero e proprio diritto soggettivo all’assunzione. La pubblica amministrazione, infatti, dal momento successivo all’approvazione della graduatoria si comporta nei confronti del vincitore come un datore di lavoro privato, i suoi atti pertanto non sono provvedimenti amministrativi bensì atti di gestione. Questa tesi è confortata dalla più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione ( sentenze nn. 3252 e 14529/2003).
I questi casi il giudice ordinario può adottare, nei confronti della P.A., sentenze costitutive e di condanna.

TRATTO DA http://www.101professionisti.it/guide/concorsi_pubblici/diritto.aspx

LINK PER VISIONARE LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA SULLE ASSUNZIONI NEGLI ENTI DI RICERCA

http://www.funzionepubblica.it/dipartimento/docs_pdf/Nota_circolare_n._8.07.pdf

LE PRIORITA' DEL MINISTRO PECORARO SCANIO...

AMBIENTE:PECORARO,RIFORMA MINISTERO? PRIMA SANARE PRECARIATO
(ANSA) - ROMA, 19 GIU -''Abbiamo bisogno che il ministero dell'Ambiente, avendo aumentato le competenze, sistemi gli organici''. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, parlando alla presentazione della manifestazione organizzata da Marevivo ''Stelle di mare lungo il fiume'' a Roma dal 20 al 24 giugno. Rispondendo a una domanda della presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, sulla necessita' di dare forza alla direzione che si occupa di mare, il ministro ha detto che si tratta di una ''battaglia complessiva di tutto il ministero'' e che di fronte a un organico dove la meta' sono precari ''non c'e' mare che tenga''. Pecoraro ha parlato del precariato come di una questione ''intollerabile'' per un ministero ''che ha aumentato le competenze e ha bloccato le assunzioni''. Per la riforma della struttura il ministro ha ricordato il tavolo aperto alla Funzione Pubblica ma, ha precisato, ''ogni modifica verra' fatta solo dopo la risposta sul precariato''. ''Non si puo' usare la stessa scure per tutti i ministeri e colpire - ha detto ancora Pecoraro - quelli che hanno decuplicato le competenze, come
quello dell'Ambiente''. Alle associazioni: ''Sarebbe utile che si svegliassero per appoggiare il ministero in questa battaglia''.

LAVORO: ISTAT; FERRERO,C'E' PROBLEMA DI QUALITA' OCCUPAZIONE

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - ''C'e' un problema di qualita' del lavoro'': cosi' il ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, commenta i dati dell'Istat sulla diminuzione della disoccupazione in Italia. Il ministro, che precisa di non aver ancora potuto analizzare i dati, sostiene comunque che ''queste statistiche conteggiano il lavoro precario come lavoro vero'' e percio' ''evidentemente c'e' da lavorare sulla stabilizzazione di questi lavoratori e sulla riduzione della precarieta'. Non vuol dire - precisa - che tutti quelli che vengono conteggiati lavoratori siano poi in grado di programmarsi la vita''.

P.I.: CONFESERCENTI, AUMENTO STIPENDI AZZERATO AVANZO PRIMARIO

Roma, 19 giu.(Adnkronos) - "L'aumento della spesa per stipendi nella pubblica amministrazione e delle altre spese correnti, hanno determinato l'azzeramento dell'avanzo primario". L'accusa arriva dal presidente della Confesercenti, Marco Venturi, dal palco dell'assemblea.
"Qualcuno ci spieghi come mai nella passata legislatura pur con una riduzione del perosnale pubblico del 2%, il monte delle retribuzioni e' aumentato del 12%?. E perche' un milione e messo di dipendenti pubblici sono stati prmossi con relativi passaggi di ruolo e di riconoscimenti economici".
E ancora perche' la media annia per malattia e' pari a 30 giorni nel settore pubblico e a 5 in quello privato?", si chiede ancora concludendo: "Ecco perche' i soldi per i contratti degli statali non bastano mai".

venerdì 15 giugno 2007

STATALI: FP-CGIL, IMPEDIREMO ATTUAZIONE REGOLAMENTO TESORO

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - ''Per quanto mi riguarda quei regolamenti non esistono'': cosi' Carlo Podda, segretario generale della Funzione pubblica della Cgil commenta il via libera del Consiglio dei ministri ai regolamenti per la riorganizzazione di Tesoro, Infrastrutture e Beni culturali.
Riorganizzazione, che solo per il Tesoro, comportera' la chiusura di 80 uffici.
''Se pensano di poter fare senza i sindacati si accomodino pure - aggiunge - ma ho seri dubbi che il Consiglio di Stato possa esprimere un parere su regolamenti non concordati con i sindacati. Se il Governo vuole fare una prova di forza vedremo. Ma sappiano che non si dara' seguito a quei regolamenti, impediremo che possano essere attuati''.

STATALI:CON SI' CDM RISTRUTTURAZIONE TESORO CHIUDE 80 UFFICI

ANSA) - ROMA, 15 GIU - Il via libera del consiglio dei ministri al regolamento di riorganizzazione del ministero dell'Economia comportera', come annunciato qualche giorno fa dallo stesso ministro Tommaso Padoa-Schioppa, la chiusura di 80 uffici (tra sedi periferiche della Ragioneria e del Tesoro) in 40 citta' italiane, in applicazione di quanto gia' deciso con l'ultima Finanziaria.
I sindacati nei giorni scorsi denunciavano che la riorganizzazione comportera' ''la messa in mobilita' di oltre 1.800 lavoratori''. Inoltre, sottolineava la Cisl Funzione Pubblica ''la prospettata chiusura delle 80 sedi periferiche comportera' insignificanti risparmi di spesa quantificati dalla Relazione tecnica allegata al Regolamento in 4 milioni di euro circa, un'inezia a confronto degli enormi sprechi del ministero''.

giovedì 14 giugno 2007

STATALI:BCE; PRUDENZA SU SALARI, RISCHIO PRESSIONE SU PREZZI

STATALI:BCE; PRUDENZA SU SALARI, RISCHIO PRESSIONE SU PREZZI
IN ITALIA 26,8% QUOTA STIPENDI PUBBLICI SU TOTALE RETRIBUZIONI
(ANSA) - ROMA, 14 GIU - La Bce invita i governi alla prudenza nelle decisioni relative al pubblico impiego. L'andamento prociclico delle retribuzioni pubbliche e dell'occupazione nonche' il loro contributo all'andamento salariale dell'intera economia di Eurolandia - avverte la banca centrale - ''richiedono una particolare prudenza da parte dei governi nell'attuale ripresa ciclica''. La raccomandazione e' contenuta nell'ultimo Bollettino economico dei tecnici di Francoforte e sottolinea come ''qualsiasi deviazione dai precedenti programmi di mantenere il contenimento delle retribuzioni e dell'occupazione nel settore pubblico rischia di alimentare pressioni della domanda aggregata e di gravare sui bilanci pubblici con ulteriori impegni di spesa che si trascinerebbero nel prossimo rallentamento, nonche' potrebbe addirittura causare ulteriori pressioni salariali nel settore privato''.
La politica retributiva nel pubblico impiego, spiega ancora la Bce, ''ha un importante ruolo segnaletico nell'attuale situazione economica e svolge una funzione importante a sostegno della politica monetaria a sostegno della stabilita' dei prezzi''. Le retribuzioni del pubblico impiego possono infatti ''potenzialmente aggravare anziche' attenuare le fluttuazioni macroeconomiche. In considerazione di cio', le scelte dei paesi dell'area dell'euro in tale ambito hanno un importante ruolo guida nella situazione economica attuale''. Pertanto, ammonisce l'istituto di Francoforte, ''le trattative salariali e l'andamento dell'occupazione nel settore pubblico e i relativi potenziali effetti di propagazione su altri settori dell'economia potrebbero avere un notevole impatto sul costo del lavoro per unita' di prodotto e sulle pressioni inflazionistiche nel complesso dell'area dell'euro, nonche' sui costi e la competitivita' dei prezzi dei singoli paesi che ne sono membri''.
Nel dettaglio l'Eurotower sottolinea come la crescita percentuale in termini nominali tra il 1999 e il 2006 abbia registrato una crescita del 36,7% contro un'inflazione salita nello stesso periodo del 18,3% per una quota complessiva di salari e stipendi nella pubblica amministrazione sul totale della voce salari e stipendi pari al 26,8% contro il 25,6% della Francia, il 14,9% della Germania ed il 20,8% della Spagna: solo la Grecia con il 35,5%, il Portogallo con il 28,2 e la Finlandia con il 27,7% registrano un peso superiore.

Pa, rischio binario morto per l'authority anti-fannulloni


mercoledì 13 giugno 2007

Lavoro, Baldelli (Fi): Da centrosinistra grave schiaffo a Nicolais

Roma, 13 GIU (Velino) - "Oggi in commissione Lavoro alla Camera, dopo un acceso dibattito che ha spaccato la maggioranza, il centrosinistra, votando in sede consultiva la richiesta di stralcio, ha bocciato la proposta del ministro Luigi Nicolais di costituire una commissione presso il Cnel sulla valutazione dei dipendenti pubblici": ne da' notizia Simone Baldelli, deputato azzurro e componente della commissione Lavoro della Camera. "Si tratta di un grave schiaffo politico al ministro Nicolais - continua Baldelli - dato da un centrosinistra che, su queste materie, invece di sostenere le posizioni del governo, agisce sotto dettatura dei sindacati confederali. A Nicolais non resta che prendere atto dell'accaduto e trarne le conseguenze politiche. D'altra parte il ministro per le Riforme e l'Innovazione nella pubblica amministrazione e' riuscito a scontentare davvero tutti: i sindacati e la maggioranza, da un lato, che hanno dimostrato di opporsi a ogni logica di meritocrazia, e l'opposizione, dall'altro, che avrebbe voluto un'iniziativa piu' incisiva sulla lotta al fannullismo, a partire dalla responsabilizzazione dei dirigenti".

venerdì 8 giugno 2007

Su cortese segnalazione di un nostro utente

E’ NULLA LA CLAUSOLA, INSERITA IN UN BANDO DI CONCORSO PER ASSUNZIONI, CHE RISERVA ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE LA FACOLTA’ DI NON CHIAMARE IN SERVIZIO I VINCITORI – Perché costituisce condizione meramente potestativa (Cassazione Sezioni Unite Civili n. 8951 del 16 aprile 2007, Pres. Nicastro, Rel. Picone).
Nel 1999 l’Istituto autonomo case popolari (Iacp) di Lecce ha indetto un concorso per l’assunzione di funzionari direttivi, con rapporto di lavoro annuale. Cosimo M. ha partecipato al concorso classificandosi al 1° posto della graduatoria, approvata dall’Istituto con delibera dell’agosto 1999. La sua richiesta di essere assunto è stata però respinta dall’Istituto che ha dichiarato di volersi avvalere di una clausola, contenuta nel provvedimento di approvazione delle graduatorie, secondo cui l’amministrazione si riservava di “rinviare a successivo atto ogni determinazione in ordine alla chiamata in servizio dei vincitori”. Cosimo M. ha chiesto al Tribunale di Lecce di accertare il suo diritto, nei confronti dell’Iacp, alla costituzione di un rapporto di lavoro di durata annuale e condannare l’Istituto al risarcimento del danno per la mancata assunzione. L’Iacp si è difeso sostenendo che per effetto della clausola di riserva contenuta nel provvedimento di approvazione delle graduatorie doveva ritenersi insussistente un diritto soggettivo del lavoratore all’assunzione. Sia il Tribunale che la Corte di Appello di Lecce hanno ritenuta fondata la domanda proposta da Cosimo M. affermando il suo diritto al risarcimento del danno. L’Iacp ha proposto ricorso per cassazione, censurando la sentenza della Corte di Lecce per vizi di motivazione e violazione di legge.
La Suprema Corte (Sezioni Unite Civili n. 8951 del 16 aprile 2007, Pres. Nicastro, Rel. Picone) ha rigettato il ricorso. Secondo la previsione dell’art. 63 d.lgs. n. 165/2001 – ha affermato la Corte – in coerenza con la fonte contrattuale del rapporto di lavoro, risulta perfettamente configurabile il diritto soggettivo all’assunzione, e l’ipotesi va ravvisata sia nel caso di assunzioni non concorsuali, sia quando la pretesa si fondi sull’atto terminale del procedimento amministrativo, la cui conformità a legge non è contestata. La procedura concorsuale, infatti, termina con la compilazione della graduatoria finale e la sua approvazione, spettando allora alla giurisdizione ordinaria il sindacato, da esplicare con la gamma dei poteri cognitori del giudice civile, sui comportamenti successivi, riconducibili alla fase di esecuzione, in senso lato, dell’atto amministrativo presupposto. Nel caso di specie – ha osservato la Corte – l’insorgenza di una situazione di diritto soggettivo in conseguenza dell’espletamento della procedura concorsuale non è rimasta esclusa dalla clausola apposta al provvedimento di approvazione della graduatoria, con la quale l’amministrazione si riservava il potere di decidere in seguito se procedere o no all’assunzione.
Il bando di concorso per l’assunzione al lavoro è diretto a dare attuazione alla decisione (di per se non impegnativa nei confronti dei terzi) di far fronte al fabbisogno attuale di personale dipendente (con salvezza di ipotesi legislative particolari, a termini delle quali si possono bandire concorsi con riguardo a fabbisogni futuri). Il bando indica il contratto di lavoro che l’amministrazione intende concludere (in modo conforme alla delibera di indizione), nonché il tipo e le modalità della procedura, partecipando agli interessati l’intento di addivenire alle assunzioni. Pertanto – ha affermato la Corte – al bando va riconosciuta una natura giuridica duplice: di provvedimento amministrativo nella parte cui concreta un atto del procedimento di evidenza pubblica del quale regola il successivo svolgimento; ma anche di atto negoziale negli aspetti sostanziali, in quanto concreta proposta al pubblico, condizionata negli effetti all’espletamento del procedimento concorsuale e all’approvazione della graduatoria. Di conseguenza, anche l’approvazione della graduatoria presenta questa duplicità di natura giuridica: provvedimento terminale del procedimento concorsuale e atto negoziale di individuazione del futuro contraente.
Considerata come provvedimento amministrativo, deve escludersi che l’approvazione possa porsi in contraddizione con la delibera di indizione e con il bando (lex specialis del concorso), negando addirittura l’interesse pubblico primario perseguito con l’apertura del procedimento e trasformando il concorso indetto per la copertura di determinati posti, fuori dalle speciali ipotesi legislative cui si è fatto cenno, in mera verifica di idoneità professionale di personale da assumere solo in relazione a fabbisogni futuri e incerti.
Il potere di approvare la graduatoria – ha affermato la Corte – è conferito all’amministrazione dal bando esclusivamente in funzione del controllo della regolarità e della verifica dell’esito della procedura; una clausola del tipo di quella in esame, pertanto, non concreta uso illegittimo del potere, ma difetto assoluto di attribuzione, secondo la qualificazione sostanziale della figura processuale della carenza di potere accolta dal legislatore nell’attuale formulazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, art. 21 – septies, comma 1, senza che possa venire in considerazione l’istituto della disapplicazione dei provvedimenti illegittimi ad opera del giudice ordinario (art. 63, comma 1, d.lgs. 165/2001), concernente atti amministrativi presupposti illegittimi, e perciò efficaci. Sotto il profilo della natura negoziale dell’atto con il quale la graduatoria è approvata – ha concluso la Corte – la clausola di riserva all’amministrazione della facoltà di non procedere all’assunzione va dichiarata nulla ai sensi dell’art. 1355 cod.civ. (condizione meramente potestativa) siccome subordina l’obbligo di assunzione alla mera volontà dell’amministrazione medesima.

Il Governo ha preso l'impegno per far scorrere le graduatorie del concorso per gli ispettori del lavoro

CAMERA DEI DEPUTATI - XV LEGISLATURA
Resoconto della XI Commissione permanente
(Lavoro pubblico e privato)

XI Commissione - Resoconto di giovedì 7 giugno 2007

7-00173 Pagliarini: Rafforzamento dell'organico degli ispettori del lavoro.
(Seguito della discussione e conclusione - Approvazione).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, iniziata nella seduta del 30 maggio 2007.

Il sottosegretario Rosa RINALDI ricorda che il Governo, fin dal suo insediamento, in coerenza ed in attuazione del programma, ha attribuito una posizione di assoluta preminenza al tema della lotta al lavoro nero e irregolare e della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Già la scorsa estate era stato, infatti, predisposto un primo «pacchetto» di misure, introdotte con il decreto-legge n. 223 del 2006, volte a contrastare il lavoro irregolare cui spesso si associa il mancato rispetto anche della normativa sulla sicurezza. L'articolo 36-bis del decreto-legge Bersani ha previsto la possibilità, per gli ispettori del lavoro, di irrogare il provvedimento di sospensione dei lavori nei cantieri nei quali si riscontri l'impiego di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20 per cento del totale dei lavoratori regolarmente occupati. Fa presente che il Governo ha inoltre presentato, su proposta del Ministero del lavoro, un emendamento all'articolo 36-bis, da introdurre nel testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che estende la sospensione dell'attività di impresa anche al di fuori del settore edile, sia qualora venga riscontrato l'impiego di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20 per cento, sia in caso di reiterate violazioni della disciplina in materia di tempi di lavoro, di riposo giornaliero e settimanale. Inoltre ricorda che l'articolo 36-bis prevede la comminazione di una maxisanzione amministrativa e l'emanazione, da parte del Ministero delle Infrastrutture, del provvedimento di interdizione dalla contrattazione con le pubbliche amministrazione. Inoltre nello stesso provvedimento è stato posto a carico dei datori di lavoro del settore edile, l'obbligo di comunicare l'instaurazione del rapporto di lavoro con il lavoratore il giorno antecedente, mediante documentazione avente data certa. Tale obbligo di comunicazione è stato esteso dalla legge finanziaria per il 2007 a tutti i settori di attività compreso il settore agricolo. Infine, è stata introdotta l'obbligatorietà della tessera di riconoscimento per i lavoratori che operano nei cantieri ai fini di una loro immediata identificazione.
A questi elementi per il contrasto al lavoro non dichiarato e per la sicurezza nei luoghi di lavoro altri ne ha aggiunti la legge finanziaria per il 2007 che ha esteso a tutti i settori il documento unico di regolarità contributiva (DURC) rilasciato alle sole imprese in regola con i versamenti contributivi, necessario per fruire dei benefici contributivi, previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale, l'adozione del fondo per l'emersione del lavoro irregolare e una nuova valorizzazione dei Comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso (CLES).
Ritiene che tali disposizioni sono coerenti con uno dei punti fermi del Governo ovvero quello di favorire l'emersione del lavoro nero, diffondere una cultura della legalità e pervenire ad un'inversione di tendenza in materia di infortuni sul lavoro.
Per raggiungere tali risultati si è puntato, fondamentalmente, ad un rafforzamento dell'attività di vigilanza, realizzato anche attraverso l'aumento del personale ispettivo, e un'azione incisiva e capillare per informare e sensibilizzare lavoratori e imprese. Questa strategia ha permesso di far emergere negli ultimi 15 mesi 154.908 lavoratori irregolari, 122.000 nel 2006 e 32.908 nel primo trimestre 2007.
Il disegno di legge delega per l'emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e la sicurezza sul lavoro, finalizzato al riordino ed alla semplificazione del complesso impianto normativo in materia, attualmente all'esame del Senato, rappresenta un altro tassello fondamentale della strategia del Governo per la tutela della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori. In attesa dell'entrata in vigore della riforma, considerato il drammatico andamento degli infortuni sul lavoro, come enunciato in un comunicato congiunto del Ministro del lavoro e del Ministro della salute, dell'11 maggio scorso, il Governo ha deciso di rendere prescrittive alcune norme contenute nel disegno di legge delega e di mettere in campo straordinari strumenti di intervento.
In considerazione del fatto che la tematica della sicurezza, pur investendo la competenza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, coinvolge anche quella di un cospicuo numero di amministrazioni, nel citato disegno di legge, è prevista, tra i principi di delega, anche la realizzazione di un coordinamento su tutto il territorio nazionale delle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro, finalizzato all'emanazione di uniformi indirizzi generali e alla promozione dello scambio di informazioni. È inoltre prevista la razionalizzazione e il coordinamento delle strutture centrali e territoriali di vigilanza al fine di rendere più efficaci gli interventi di pianificazione, programmazione, promozione della salute, eliminando dispendiose duplicazioni di adempimenti. Si tratta di una misura intesa non solo a razionalizzare l'attività delle varie amministrazioni interessate, ma anche a travasare le esperienze finora maturate nei diversi comparti interessati.
Una particolare attenzione è rivolta alla cultura della formazione in materia di sicurezza per i soggetti del sistema di prevenzione aziendale ed anche in ambito scolastico. È evidente, in proposito, che fondamentale è stata, e sarà anche nel prosieguo, la collaborazione e l'interscambio tra le diverse parti coinvolte al fine di rendere comuni le esperienze di ogni singolo comparto.
Ritiene che il quadro descritto delinea l'azione che il Governo ha fin dal suo insediamento tracciato sul cruciale tema della sicurezza in senso ampio. Come già illustrato dal Ministro per il lavoro nell'ambito di un'informativa in materia e nel richiamato comunicato congiunto, fa presente che è intenzione del Ministero valorizzare e potenziare al massimo l'attività di vigilanza effettuata dagli ispettori del lavoro e dai Nuclei dei Carabinieri incardinati negli uffici periferici, coordinandola con quella degli organi ispettivi degli enti previdenziali, in sinergia con le altre amministrazioni. Altrettanto indispensabile risulta, per quanto sopra illustrato, l'incremento dell'apparato ispettivo delle regioni, attraverso l'assunzione di tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Il Ministero del lavoro, in tal senso, ha già avviato una serie di azioni mirate alla crescita, in termini di professionalità, del personale già in forza presso le proprie sedi ed all'aumento dei contingenti di idoneo personale, per il rafforzamento e la valorizzazione dei servizi ispettivi. In tale ambito sono stati emanati bandi per 795 ispettori del lavoro e 75 ispettori tecnici destinati alle strutture territoriali (Direzione regionali e provinciali del lavoro), già conclusi, con l'immissione in servizio della totalità dei candidati vincitori, e anche degli idonei per i posti resisi disponibili per rinunce nel frattempo intervenute. Nell'ambito del processo di valorizzazione delle professionalità dell'area della vigilanza, sono stati portati a termine i percorsi di riqualificazione per i profili di accertatore del lavoro, ispettore del lavoro coordinatore e ispettore tecnico coordinatore, anche questi da impegnare per potenziare la vigilanza.
Sottolinea che, a seguito della legge finanziaria 2007, il Ministero del lavoro è stato autorizzato all'immissione in servizio fino a 300 unità di personale risultato idoneo al concorso, e all'immissione nei ruoli di destinazione finale e al conseguente adeguamento delle competenze economiche, del personale in servizio risultato vincitore ovvero idoneo nei relativi percorsi di riqualificazione.
Dal prossimo 1o luglio si registrerà, quindi, l'immissione in servizio di ulteriori 241 nuove unità ispettive, oltre alle 870 unità immesse in ruolo nel corso del 2006, nonché 60 unità nel Comando dei Carabinieri presso il Ministero del lavoro cui sì sommano 1746 ispettori dell'INPS e 404 ispettori dell'INAIL.
Riassumendo, rileva come il Ministero del Lavoro, al 30 aprile del 2006 con 2019 ispettori; nel periodo maggio-luglio 2006 abbia immesso in servizio 795 ispettori amministrativi del lavoro mentre 75 ispettori tecnici sono stati immessi nel mese di dicembre 2006. Conseguentemente l'organico complessivo degli ispettori a luglio 2007 sarà di 3130 unità, compresi 241 nuovi ispettori e 60 Carabinieri, con un aumento complessivo del 55 per cento rispetto allo scorso anno. I Carabinieri passeranno da 443 unità a 503 unità, cui si sommano i 1746 ispettori INPS e i 404 ispettori dell'INAIL.
Precisa che, quindi, l'incremento complessivo della forza ispettiva è pari al 48 per cento del globale.
Ritiene necessario inoltre ricordare che, in seguito alla richiesta del Ministro del lavoro, condivisa dall'intero Governo, il Ministro dell'Economia ha emanato un decreto di variazione del bilancio con il quale ha conferito un'integrazione di 3 milioni di euro a favore dei capitoli di spesa relativi all'indennità di missione, da corrispondere agli ispettori del lavoro e al personale dell'Arma dei Carabinieri addetto alla tutela del lavoro.
Ricorda poi che, nella seduta della Commissione lavoro del Senato del 30 maggio scorso, è stato approvato un emendamento parlamentare volto a rafforzare significativamente i servizi ispettivi del Ministero del lavoro attraverso l'autorizzazione ad assumere tutti gli idonei non dichiarati vincitori, collocati nelle rispettive graduatorie regionali di partecipazione, del concorso per 795 ispettori del lavoro. Fa presente che si tratta di un emendamento senza dubbio condivisibile nelle sue finalità, ma che non si può sottrarre a rilievi di criticità circa le modalità proposte per la relativa copertura, trovata attraverso un aumento delle accise.
Conclude, affermando che il Governo è comunque impegnato ad effettuare i necessari approfondimenti per individuare diverse risorse da destinare a tali interventi in materia di sicurezza del lavoro, in particolare per quanto concerne il funzionamento ed il potenziamento delle attività ispettive.
Simone BALDELLI (FI) ricorda di aver già sollevato il problema delle risorse finanziarie necessarie ad assicurare l'assunzione dei soggetti dichiarati idonei al concorso per ispettori del lavoro. A tale riguardo, avrebbe apprezzato una maggiore chiarezza del rappresentante del Governo circa l'impegno per il reperimento di tali risorse. Condividendo peraltro le finalità della risoluzione in titolo, preannuncia voto favorevole.
Il sottosegretario Rosa RINALDI precisa che le risorse finanziarie necessarie ad assicurare l'assunzione dei soggetti dichiarati idonei al concorso per ispettori del lavoro sono effettivamente disponibili e che il Governo ha semplicemente dichiarato di voler verificare la possibilità di individuare una copertura alternativa rispetto all'aumento delle accise.
Luigi FABBRI (FI) annuncia il proprio voto favorevole sulla risoluzione in discussione, sottolineando l'esigenza di una riorganizzazione e di un potenziamento del servizio ispettivo in materia di lavoro. Evidenzia quindi i rischi di confusione derivanti dalla molteplicità dei soggetti che attualmente si occupano di sicurezza sui luoghi di lavoro. Rileva quindi che spesso l'esiguità delle risorse disponibili non consente che gli ispettori del lavoro svolgano effettivamente i controlli per cui sono stati assunti, venendosi così a creare una situazione a dir poco paradossale. Osserva infine che il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro non riguarda solo i cantieri, ricordando l'elevato numero di incidenti domestici, anche gravi, e di infortuni nel settore agricolo.
Angelo COMPAGNON (UDC) annuncia, anche a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla risoluzione in discussione, prendendo altresì atto favorevolmente delle rassicurazioni fornite dal rappresentante del Governo in ordine alla disponibilità di adeguate risorse finanziarie. Si associa quindi alle considerazioni del collega Fabbri circa l'importanza di interventi tempestivi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Emilio DELBONO (Ulivo) annuncia, anche a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla risoluzione in titolo, ritenendo privi di fondamento i rilievi critici che talvolta sono mossi all'indirizzo del Governo, per i tempi con cui sta affrontando la problematica degli infortuni sui luoghi di lavoro. Osserva infatti che, come rilevato dai colleghi, il potenziamento dell'attività ispettiva in questo campo rappresenta un interesse assolutamente comune a maggioranza e opposizione. Il Governo, a suo avviso, sta agendo con determinazione, sollecitato anche dall'attenzione del Presidente della Repubblica, dell'opinione pubblica in generale e anche dei gruppi di opposizione. Auspica pertanto che la discussione su questi temi prosegua in modo sereno e costruttivo, senza lasciar spazio a contrapposizioni tra schieramenti.
Augusto ROCCHI (RC-SE), annunciando, anche a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla risoluzione in discussione, osserva che gli interventi a favore della sicurezza sui luoghi di lavoro rappresentano uno degli aspetti più positivi dell'azione di Governo e sottolinea l'estrema delicatezza della situazione che il Governo si è trovato ad affrontare. Ritiene quindi che esistano le condizioni per affrontare serenamente e con il contributo di tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, senza lasciare spazio a elementi di preconcetta differenziazione.
Tommaso PELLEGRINO (Verdi) esprime un giudizio favorevole sulla risoluzione in titolo e sull'impegno del Governo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sottolinea quindi il problema della formazione professionale degli ispettori del lavoro, su cui richiama l'attenzione del Governo. Ricorda quindi le difficoltà derivanti dal sovraccarico di funzioni attribuite alle Aziende sanitarie locali, specie in alcune aree del Paese, e sottolinea l'esigenza di rendere più incisivi gli interventi volti a incentivare iniziative di prevenzione degli infortuni sul lavoro da parte delle aziende.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la risoluzione in titolo.

La seduta termina alle 14.55.
--------------------------------------------------------------------

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00173
presentata da
GIANNI PAGLIARINI
mercoledì 9 maggio 2007 nella seduta n.154


L'XI Commissione,
premesso che:
la tragica sequenza delle morti sul lavoro ha assunto negli ultimi giorni una dimensione davvero drammatica: dall'inizio di quest'anno al 7 maggio 2007 si sono registrati 367 morti su un totale di 367.192 incidenti. Lo scorso anno gli infortuni sono stati circa 1 milione e 1280 i morti (con un incremento dell'11 per cento sul 2005): un vero e proprio bollettino di guerra, indegno per un paese civile;
lo scorso 13 aprile il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge delega al Governo per l'emanazione di un testo unico per il riassetto e la riforma della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Un testo importante che finalmente riordina la legislazione sulla sicurezza sul lavoro, ponendo mano, tra l'altro, alla riformulazione e all'adeguamento del sistema delle sanzioni, al rafforzamento del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, alla razionalizzazione e coordinamento delle strutture centrali e territoriali di vigilanza e all'applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza a tutti i settori e a tutti i lavoratori, indipendentemente dal rapporto di lavoro subordinato o autonomo che li lega all'imprenditore;
con questo provvedimento il Governo inizia a dare corso alla battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che è battaglia di civiltà. Si tratta di una priorità frutto di un impegno del Governo teso a mettere in campo ogni iniziativa necessaria a sconfiggere la piaga degli infortuni sul lavoro;
tuttavia vi è l'urgenza di porre un freno immediato al fenomeno degli incidenti sul lavoro e di stroncare la piaga delle cosiddette «morti bianche», facendo proprio l'appello del Presidente della Repubblica. Il riassetto normativo citato ha tempi di approvazione precisi legati all'iter della legge delega prima e all'emanazione dei decreti legislativi poi. È necessario pertanto un provvedimento d'urgenza finalizzato all'aumento immediato degli ispettori addetti al controllo, quantificabili in almeno mille unità, al fine di contrastare in maniera efficace il fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro;
il Ministero del Lavoro nel 2004 ha bandito un concorso per esami per complessivi 795 posti di ispettori del lavoro, area funzionale C, posizione economica C2, per i suoi uffici periferici ubicati in sedici regioni; la procedura concorsuale ha determinato 795 vincitori e 902 idonei non dichiarati vincitori, collocati nelle rispettive graduatorie regionali di partecipazione. Nonostante l'incremento dell'organico con i 795 nuovi ispettori, la situazione relativamente alla dimensione del fenomeno del lavoro nero e dell'incidenza degli infortuni spesso mortali, rimane intollerabile. Tant'è che con la legge finanziaria 2007 il Governo ha disposto un ulteriore ampliamento di organico, attingendo dalla graduatoria degli idonei, limitando però l'assunzione a 242 unità di personale a causa della mancanza di fondi;
considerata la gravità della situazione appare urgente rafforzare maggiormente l'organico degli ispettori del lavoro. In questa direzione va anche la presa di posizione del Ministro Damiano che ha dichiarato al quotidiano La Stampa del 15 aprile: «Chiederò al Governo di sbloccare i fondi già stanziati per gli ispettori del Lavoro perché possano intensificare i controlli»,

impegna il Governo

ad adottare iniziative urgenti tese a far scorrere interamente le graduatorie regionali attualmente in vigore assumendo la totalità degli idonei della procedura concorsuale di cui sopra, affinché il personale risultato idoneo, quantificabile in circa 600 unità, possa essere immediatamente assunto al fine di divenire subito operativo e realizzare i controlli sui posti di lavoro necessari a contrastare la piaga del lavoro nero, degli infortuni e delle morti bianche.
(7-00173)
«Pagliarini, Delbono, Motta, Rocchi, Pellegrino, Di Salvo».

giovedì 7 giugno 2007

Fondi dormienti: cosa devono fare i "risparmiatori traditi"

Fondi dormienti: cosa devono fare i "risparmiatori traditi"
Roma, 07 GIU (Velino) - All'indomani del via libera del governo al regolamento attuativo sulla vicenda dei cosiddetti "fondi dormienti", alle associazioni dei consumatori sono arrivate centinaia di richieste sul funzionamento della nuova norma. In base al decreto varato dal Consiglio dei ministri martedi' scorso, tutti i depositi (di vario genere, dai conti corrente alle polizze assicurative fino ai libretti di risparmio postali) definiti "dormienti", cioe' non movimentati per la scomparsa o la morte dei titolari, vanno a costituire un apposito Fondo che - per l'80 per cento - servira' a risarcire i cosiddetti "risparmiatori traditi".
Secondo una stima recente, sono oltre 630 mila le persone coinvolte negli ultimi crack finanziari: 450.000 nel default dell'Argentina, 145.000 in quello Parmalat; 35.000 nei bond Cirio. Il controvalore delle perdite causate dai "cattivi consigli" di banche e intermediari finanziari e' stimato in circa 26 miliardi di euro, a fronte del quale il nuovo Fondo alimentato con i "depositi dormienti" dovrebbe poter mettere a disposizione circa una decina di miliardi. La domanda e', appunto, come tecnicamente funzionera' il meccanismo.
Bene. Intanto vediamo come soldi e titoli "dormienti" passano al Fondo del ministero dell'Economia. Gli intermediari finanziari (banche, Sim, gestori del risparmio, Poste,compagnie di assicurazioni) hanno l'obbligo di avvisare il cliente del rischio di estinzione del deposito, mediante una lettera raccomandata all'ultimo indirizzo conosciuto. In assenza di operazioni dopo 180 giorni dalla spedizione dell'avviso, il deposito viene fatto passare sotto la gestione dello Stato. Resta pero' aperta la questione del monitoraggio, su cui e' competente la Banca d'Italia: a questo proposito, l'associazione di consumatori Adusbef ha chiesto a Palazzo Koch di effettuare un monitoraggio completo, facendo chiarezza sui moltissimi casi in cui i depositi sono stati dichiarati "prescritti". Su questo, ci sono 10 denunce in diverse Procure della Repubblica che ipotizzano il reato di appropriazione indebita. In ogni caso, i risparmiatori traditi per ora devono solo aspettare. Almeno fino al 31 ottobre 2007 e fino all'insediamento della commissione ministeriale, formata da un presidente del Consiglio di Stato, un consigliere della Corte dei Conti, un dirigente del Tesoro, uno della Banca d'Italia, dell'Isvap, della Consob e dei consumatori.

STATALI: SINDACATI ALLARMATI,A RISCHIO ACCORDO SU MEMORANDUM

STATALI: SINDACATI ALLARMATI,A RISCHIO ACCORDO SU MEMORANDUM

(ANSA) - ROMA, 7 GIU - Una ''vera e propria disdetta unilaterale da parte dell'Esecutivo'' del Memorandum sul pubblico impiego, l'accordo raggiunto a gennaio scorso con il quale Governo e sindacati scommettevano sulla riforma della pubblica amministrazione migliorandone la qualita', introducendo criteri meritocratici e facendo anche ricorso alla mobilita'.
Lo sostengono Cgil, Cisl e Uil fortemente preoccupate per la decisione del ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, di presentare un emendamento al provvedimento all'esame del Parlamento sulla modernizzazione delle pubbliche amministrazioni che prevede l'istituzione presso il Cnel di una commissione indipendente, con l'obiettivo di monitorare e valutare i risultati e la qualita' dell'azione amministrativa. Invece, dunque, di aprire su tali materie un confronto con le organizzazioni sindacali, come era stato previsto nello stesso Memorandum.
In due distinte lettere i sindacati del pubblico impiego e Cgil, Cisl e Uil hanno espresso in questi giorni tutto il loro disappunto. ''Il Cnel - sostengono Carlo Podda (Fp-Cgil), Rino Tarelli (Fps-Cisl), Salvatore Bosco (Uil-Pa) e Carlo Fiordaliso (Fpl-Uil) - puo' esercitare quella funzione in ragione del fatto che rappresenta tutte le parti sociali. Qualunque struttura autonoma non avrebbe questa caratteristica e quindi non potrebbe essere idonea a svolgere quel compito. Di fronte ad un cambiamento di questa portata dovremmo constatare che il Governo non ha intenzione di perseguire l'applicazione del Memorandum''.
''Con tale commissione (solo apparentemente creata in seno al Cnel che invece, di fatto, si ritroverebbe ad essere semplice 'ospite non protagonista') - scrivono Paolo Nerozzi (Cgil), Gianni Baratta (Cisl), Paolo Pirani (Uil) - si interviene in maniera molto pesante nel gia' complicato sistema di relazioni sindacali. Si parla, infatti, di portare in quella sede una serie di importanti funzioni, potesta' su materie che che sono e, devono restare, materie di confronto tra le parti''.
I sindacalisti temono che l'istituzione della nuova struttura sia ''l'ennesimo tentativo 'gattopardesco' per un' opinione pubblica deviata da una campagna di informazione volutamente parziale e inesatta''. Insomma, la ''costosa istituzione di un altro piccolo feudo di potere dai costi e dai poteri francamente eccessivi e non comprensibili: una vera e propria 'mazzata' - concludono - per le speranze di rinnovamento e miglioramento''.

mercoledì 6 giugno 2007

XI Commissione - Resoconto di martedì 5 giugno 2007
RISOLUZIONI

Martedì 5 giugno 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI. - Interviene il sottosegretario per il lavoro e la previdenza sociale Rosa Rinaldi.
La seduta comincia alle 14.

7-00173 Pagliarini: Rafforzamento dell'organico degli ispettori del lavoro.
(Seguito della discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, iniziata nella seduta del 30 maggio 2007.

Simone BALDELLI (FI) ritiene condivisibile la necessità di un rafforzamento degli organi di controllo sulla salute e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ritiene comunque opportuno inserire nella risoluzione un ulteriore impegno per il Governo ad adottare modifiche normative finalizzate a prevedere l'inversione dei limiti di spesa di cui ai commi 523 e 526 dell'articolo unico della legge finanziaria per il 2007 relativi alle assunzioni di personale a tempo indeterminato nelle amministrazioni dello Stato.
Ricorda che il comma 523 prevede, per gli anni 2008 e 2009, che le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. Tali amministrazioni - a norma del successivo comma 526 - possono altresì procedere, per gli anni 2008 e 2009, nel limite di un contingente di personale non dirigenziale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 40 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente, alla stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale, in possesso di specifici requisiti.
Ritiene che le modifiche ai commi illustrati potrebbero trovare collocazione nella legge finanziaria per il 2008.

Antonino LO PRESTI (AN) fa presente che non risulta chiara la volontà del Governo in merito al riordino degli enti previdenziali, oggetto di dibattito presso la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Ritiene opportuno un chiarimento del Governo in merito anche in considerazione della questione relativa al numero degli ispettori del lavoro, la quale è da ritenere comunque collegata al tema del riordino degli enti previdenziali. Si dichiara infine favorevole alla proposta di riformulazione della risoluzione avanzata dall'onorevole Baldelli.

Augusto ROCCHI (RC-SE) ritiene necessario evitare qualsiasi forma di contrapposizione tra i precari e i soggetti dichiarati idonei nel concorso per ispettori del lavoro, in quanto gran parte dei precari è risultata idonea per la qualifica di ispettore del lavoro.

Gianni PAGLIARINI, presidente, fa presente che la proposta avanzata dall'onorevole Baldelli merita un adeguato approfondimento. Ritiene opportuno fornire risposte sia ai problemi dei soggetti dichiarati idonei a seguito di concorso sia ai problemi dei soggetti precari.

Simone BALDELLI (FI) sottolinea come in presenza dell'impegno delle forze di maggioranza a valutare il tema sollevato con la proposta di riformulazione da lui avanzata, possa riservarsi di presentare una distinta risoluzione su tale punto.

Gianni PAGLIARINI, presidente, considerata l'imminenza dell'inizio della seduta delle Commissioni riunite XI e XIV nel corso della quale si procederà all'audizione, per le parti di competenza, del Ministro del lavoro e della previdenza sociale circa gli esiti del Consiglio dell'Unione europea del 30 e 31 maggio 2007 su occupazione, politica sociale, salute e consumatori, rinvia il seguito della discussione sulla risoluzione in titolo ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

martedì 5 giugno 2007

BANCHE: CON NUOVO REGOLAMENTO CONTI DORMIENTI IN FONDO AD HOC

(AGI) - Roma, 5 giu. - I conti cosiddetti dormienti o silenti, ossia tutti quei depositi che per 10 anni non hanno fatto registrare movimenti, andranno a confluire in un Fondo ad hoc.
Lo stabilisce il decreto del Presidente della Repubblica approvato oggi dal Consiglio dei Ministri e che sblocca di fatto l'utilizzo di un 'patrimonio' che secondo alcune stime si aggira intorno ai 15 miliardi.
Le risorse, nelle intenzioni del Governo espresse peraltro in occasione dell'esame della legge finanziaria, dovrebbero alimentare i fondi per i precari della pubblica amministrazione e i risparmiatori truffati dai crac finanziari degli anni scorsi.
Saranno interessati dal nuovo regolamento non solo i conti correnti bancari ma tutti quei depositi, o polizze assicurative, libretti di risparmio, titoli azionari o obbligazionari che non risultano essere movimentati, e che giacciono inutilizzati appunto da almeno 10 anni.

IDONEI REGIONE TOSCANA: ARTICOLO INVIATOCI DA UN NOSTRO UTENTE

venerdì 1 giugno 2007

P.I.: BALDELLI (FI), EPIFANI VUOLE RIFORMA? ASPETTIAMOCI IL PEGGIO

P.I.: BALDELLI (FI), EPIFANI VUOLE RIFORMA? ASPETTIAMOCI IL PEGGIO =
Roma, 1 giu. (Adnkronos) - "Se il segretario confederale della Cgil, Guglielmo Epifani, all'indomani di una estenuante trattativa in cui i sindacati hanno ottenuto per i dipendenti pubblici un aumento importante e a pioggia, mentre il Governo, non ha avuto come contropartita nessun aumento in termini di produttivita' e di servizi per i cittadini, sostiene che e' necessaria una riforma della pubblica amministrazione c'e' da farsi venire i brividi e da aspettarsi il peggio, perche' significa che pensa ad un sistema pubblico in cui la produttivita', la mobilita' e la meritocrazia non siano le parole d'ordine di un nuovo corso, ma siano destinate a rimanere solo slogan vuoti". E' quanto afferma in una nota Simone Baldelli, componente del direttivo di Forza Italia alla Camera e della commissione Lavoro di Montecitorio.
"Quello che dovremmo aspettarci, invece, e' un pubblico impiego in perfetto stile 'Memorandum', incapace di tutelare gli interessi di cittadini e imprese, e consegnato mani e piedi alle rappresentanze sindacali, in cui nessuno possa muovere un dito senza il loro permesso e in cui, come testimoniano le parole di oggi del segretario generale della Fp-Cigl, Carlo Podda, la lotta seria al fenomeno dei cosiddetti fannulloni scompaia per sempre dall'agenda delle priorita''', aggiunge l'esponente azzurro.

STATALI: EPIFANI, SERVE RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
(ANSA) - PESARO, 1 GIU - ''Dopo 17 mesi si risponde, seppure in ritardo, a un diritto dei lavoratori. Ma c'e' da mettere mano a una riforma della pubblica amministrazione, che vogliono sia i sindacati sia la Cgil''. Lo ha detto a proposito del contratto del pubblico impiego il leader della Cgil Guglielmo Epifani, intervenuto a Pesaro a una manifestazione per i 100 anni della locale Camera del lavoro.(ANSA).

PA. PODDA (CGIL): RITIRERO' FIRMA DA MEMORANDUM SE C'E' AUTHORITY
(DIRE) Roma, 1 giu. - "Ritirero' la firma dal memorandum d'intesa su lavoro e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche del 18 gennaio scorso, se il ministro Nicolais inserira' nel disegno di legge sui 'tempi certi' l'Authority per la valutazione del pubblico impiego". Lo ha dichiarato oggi a RaiUtile il segretario generale della Fp-Cigl, Carlo Podda parlando dell'intenzione espressa dal ministro Nicolais di inserire nel suo ddl l'Authority prevista dal progetto di legge Turci-Ichino sui 'fannulloni' nella Pa.
Secondo Podda la proposta governativa di istituire una commissione autonoma all'interno del Cnel significherebbe, infatti, creare una vera e propria Authority, solo formalmente inserita in questo organo. "E' un pasticcio che mette insieme due cose diverse: da una parte la nostra proposta di affidare al Cnel la valutazione del pubblico impiego e dall'altra l'idea di un'autorita' indipendente, che contestiamo".