sabato 22 marzo 2008

CIRCOLARE N.3/2008 DELLA FP (su gentile segnalazione della UIL PA Università di Cagliari)

CIRCOLARE DELLA FUNZIONE PUBBLICA N.3/2008 DEL 19 MARZO 2008
PAG. 4 DELLA CIRCOLARE

Definire l'obiettivo perseguito dal legislatore con la modifica dell'art. 36 del Dlgs. 165/2001, rappresenta la chiave di lettura principale per indagare sulla sua portata.[...]
Come evidenziato, la norma non nasce dall'esigenza di attualizzare la disciplina del lavoro flessibile in ragione delle evoluzioni economico-sociali dell'apparato amministrativo. Piuttosto la disposizione nasce come reazione al contesto storico caratterizzato dall'emergenza del fenomeno del precariato causato, come più volte ripetuto, dal degenerato uso del lavoro flessibile, utilizzato anche come strumento per eludere il principio costituzionale della concorsualità, che rappresenta la regola primaria in materia di accesso nella pubblica amministrazione, ricorrendo quindi a forme di reclutamento semplificate che non hanno dato sufficiente garanzia del rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza"[...]
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mercoledì 19 marzo 2008

Precariato: le colpe del centrosinistra


di Antonio Maglietta - 16 marzo 2008

Mercoledì scorso, durante la trasmissione «Punto di vista» del Tg2, una ragazza aveva chiesto a Silvio Berlusconi come possano farsi una famiglia i giovani precari. Pronta la battuta di Berlusconi: «Lei mi dice dei problemi delle giovani coppie di precari. Io, da padre - ha risposto il Cavaliere sorridendo - le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere». Subito dopo la battuta, Berlusconi ha elencato le proposte contenute nel programma del Pdl per aiutare i giovani, dalle agevolazioni sui mutui al piano-casa. Apriti cielo. L'innocente battuta, che ha divertito la stessa diretta interessata («Probabilmente voterò per il Pdl, ma certamente non sono stata convinta dai complimenti di Berlusconi sul mio sorriso. Ho motivazioni più profonde. Ieri è stato uno scherzo, un gioco. Tuttavia, se andrà al governo, mi aspetto che mantenga le promesse fatte a me e a tutti i precari che ieri ho rappresentato») ha invece fatto esplodere i livori dei finti perbenisti radical-chic della sinistra di lotta e salotto e di falce e secchiello di champagne. Le agenzie di stampa sono state inondate da fiumi di dichiarazioni di esponenti del Pd e della Sinistra Arcobaleno che hanno messo a dura prova i poveri giornalisti, costretti a sorbirsi una polemicuccia nata per nascondere il vuoto pneumatico del programma dell'hollywoodiano Walter e gli errori, orrori ed omissioni fatte dal centrosinistra proprio sul tema del precariato.
Lavoro Pubblico. A chi oggi dalle parti del centrosinistra parla di lotta al precariato, andrebbe ricordato, semmai ce ne fosse bisogno, che il governo in carica, con ben due Finanziarie (2007 e 2008), è riuscito, con l'operazione «stabilizzazione», nella mirabolante impresa di soffocare quel briciolo di meritocrazia ancora esistente nel pubblico impiego con la doppia penalizzazione dei vincitori di concorso e degli idonei, che da anni aspettano l'assunzione, prima scavalcati dai lavoratori con contratti flessibili nell'accesso in pianta stabile nella Pa e poi beffati da chi aveva già il posto fisso, perché il decreto per le assunzioni in deroga al blocco ha previsto quest'anno solo 2.135 vere assunzioni su un totale di 4.497 autorizzazioni concesse, su una platea di circa 140.000 persone; il resto è andato tutto alle progressioni interne che formalmente risultano come nuove assunzioni. La stessa sanatoria, poi, così come è stata strutturata, ha paradossalmente penalizzato anche gli stessi lavoratori della Pa con un contratto flessibile, perché la promessa del governo di centrosinistra del paradiso del posto fisso per tutti si è alla fine concretizzata con una semplice stabilizzazione per pochi intimi, a causa dell'esiguità del fondo che avrebbe dovuto finanziare la sanatoria (50 milioni di euro). Come a dire: prima sedotti e poi abbandonati.
Lavoro privato. Nel privato il centrosinistra ha dato il meglio di sé. Il primo governo Prodi,di cui Veltroni era il vice, ha introdotto nell'ordinamento italiano il lavoro interinale (Legge 24 giugno 1997, n. 196. Precedentemente vietato dalla Legge n. 1369 del 1960 (Divieto di intermediazione e interposizione nelle prestazioni di lavoro), che è stato poi abolito con la legge Biagi a favore della somministrazione di lavoro a tempo determinato. Lo stesso governo, non domo, ha avuto anche il merito, si fa per dire, di tirare fuori dal cilindro i co.co.co. (poi sostituiti con i co.co.pro. dalla Legge Biagi per evitare abusi) ma, soprattutto, i lavori socialmente utili (decreto legislativo n. 468 del 1997), per i quali una sentenza del Consiglio di Stato (n. 3664/2007), ricalcando oramai una giurisprudenza costante (vedi da ultimo la sentenza del Consiglio di Stato n. 1253/2007), ha sottolineato che si tratta di un impegno lavorativo certamente precario: «le caratteristiche dei lavori socialmente utili non ne consentono la qualificazione come rapporto di impiego; e ciò per la considerazione che il rapporto dei lavoratori socialmente utili trae origine da motivi assistenziali (rientrando nel quadro dei c.d. ammortizzatori sociali); e riguarda un impegno lavorativo certamente precario; non comporta la cancellazione dalle liste di collocamento; presenta caratteri del tutto peculiari quali l'occupazione per non più di ottanta ore mensili, il compenso orario uguale per tutti (sostitutivo della indennità di disoccupazione) versato dallo Stato e non dal datore di lavoro, la limitazione delle assicurazioni obbligatorie solo a quelle contro gli infortuni e le malattie professionali. (in tal senso Cons. St. VI, 10.3. 2003, n. 1301-1307; 18.3.2003, n. 1424; 17.9. 2003, n. 5278; 31.8.2004 n. 5726)».
Dulcis in fundo, gli stessi esponenti del centrosinistra (Pd ed attuale Sinistra Arcobaleno) dopo aver fortemente voluto in commissione Lavoro alla Camera, nel corso dell'attuale legislatura, una indagine conoscitiva sulle cause e le dimensioni del precariato nel mondo del lavoro , con la convinzione di reperire dati che confermassero la loro assurda equazione flessibilità = precariato, appena si sono resi conto che i lavori stavano dando indicazioni esattamente opposte alle loro idee, hanno deciso di non redigere una relazione finale conclusiva di tutta l'attività. Insomma, capiamo che dopo aver esaurito gli effetti speciali, un po' opachi a dire il vero, sulle liste dei candidati, l'unico modo per risollevare gli animi tra le fila un po' depresse del Partito Democratico sia quello di provocare una gazzarra, ma proprio su un tema come quello del precariato dovrebbero avere almeno il buon senso di fare un bel mea culpa per gli errori del passato prima di parlare.
Antonio Maglietta

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lunedì 10 marzo 2008