mercoledì 1 agosto 2007

X I VINCITORI (NON ASSUNTI) DEI CONCORSI BANDITI DAL MINISTERO DELLA DIFESA NEI RUOLI DI CARATTERE TECNICO

DIFESA: FORCIERI; ARSENALI IN CRISI,UN PIANO PER IL RILANCIO

(ANSA) - ROMA, 1 AGO - Gli arsenali marittimi e gli stabilimenti industriali della Difesa si trovano in un ''grave stato di crisi e difficolta''' ed e' ''indispensabile perseguire con urgenza soluzioni che non sono piu' rinviabili''. Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, illustrando in Commissione, alla Camera, un progetto di riforma e riorganizzazione che dovrebbe essere gestito da un nuovo Ente Pubblico Economico (EPE), destinato a trasformarsi - ''in 7-8 anni'' - in una SpA totalmente posseduta dallo Stato.
La proposta di riforma e' stata messa a punto da un gruppo di lavoro interforze, coordinato dallo stesso Forcieri, che ha individuato le possibili soluzioni per diversi enti industriali della Difesa: in primo luogo gli arsenali marittimi di Taranto, La Spezia e Augusta; i poli di mantenimento dell'Esercito di Nola, Piacenza, Terni, Roma e il centro per il munizionamento di Aulla. Sulla proposta, accolta dal ministero della Difesa, e' stato gia' avviato un confronto con i sindacati. Oggi, con la presentazione in Commissione Difesa, e' cominciato l'iter parlamentare: ''l'obiettivo - ha detto Forcieri - e' di portare nella Finanziaria 2008 un disegno di legge delega in materia.
Pensiamo che nel giro di 5 anni si possa arrivare al pareggio economico delle gestioni''.
La necessita' di mettere mano agli arsenali parte da alcune constatazioni ''drammatiche'', di cui ha parlato Forcieri: gli organici non sono adeguati ''ne' qualitativamente, ne' quantitativamente; le infrastrutture hanno raggiunto uno stato di degrado tale che sono divenute oggetto, in qualche caso, di interventi della magistratura, e la diminuzione dei fondi per le manutenzioni e l'esercizio a partire dal 2002 ha ulteriormente aggravato la situazione''.
Di fronte a questo quadro di crisi, la proposta illustrata oggi in Commissione individua un articolato piano di risanamento, che passa per l'istituzione dell'Ente pubblico economico, ritenuto il modello ''logicamente piu' conveniente'', tenuto anche conto delle esperienze fatte dagli altri Paesi. Per raggiungere l'obiettivo del riequilibrio economico in un quinquennio si pensa, tra l'altro, di ampliare le attivita' degli arsenali marittimi, che oltre alla manutenzione della flotta nazionale della Marina si occuperebbero ad esempio anche delle navi non militari, mentre i poli dell'Esercito potrebbero dedicarsi alla manutenzione dei sistemi d'arma di altri Paesi e di materiali civili.
Discorso a parte per gli stabilimenti di Capua e di Pavia, per i quali la Difesa conferma il ''non interesse strategico'': vi sono alcune alternative allo studio, tra cui quella della dismissione, con la contestuale procedura di mobilita'/reimpiego del personale. Situazione definita ''di stallo'', infine, per le 9 unita' produttive gestite dall'Agenzia industrie difesa: si tratta degli stabilimenti di Baiano, Noceto, Firenze, La Maddalena, Fontana Liri, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Messina e Gaeta. Per ognuno di essi si propone di predisporre un piano industriale, in vista della completa autosufficienza (e il successivo passaggio allo stato di SpA) o della dismissione. (ANSA).

3 commenti:

pavone ha detto...

E' una vergogna che in Italia si vincano i concorsi e no si venga assunti! Io ho partecipato, nel 2004, al concorso per il reclutamento di 24 Sottotenenti di Amministrazione e Commissariato dell'Esercito in Servizio Permanente Effettivo del ruolo Speciale, classificandomi 17° e non sono stato assunto perchè la Finanziaria 2005 aveva tagliato i posti per risparmiare sulla spesa pubblica, riducendoli di oltre l'80% (furuno assunti soltanto i primi 6 della graduatoria). Ad oggi, nonostante siamo rimasti soltanto in 18 ad essere idonei, il Ministero della Difesa non si è preoccupato di far scorrere le graduatorie per stabilizzarci; anzi, negli anni seguenti (2005-2006-2007) il Dicastero ha continuato a bandire altri concorsi per gli stessi ruoli, effettuando ancora tagli sul numero dei vincitori da assumere. Se ieri potevo essere orgoglioso di servire la Patria, oggi mi vergogno di essere italiano, visto che nessun politico si è mai preoccupato di tutelare un nostro diritto acquisito vincendo un concorso che è costato impegno (in termini di studio ed allenamento) e sacrificio (considerando anche le spese sostenuto per libri, viaggi ed alberghi).

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

"Agenzia Industrie Difesa" un altro carrozzone nel carrozzone che serve a giustificare stipendi di ex funzionari ed ex dirigenti che già percepiscono pensioni d'oro.