mercoledì 9 maggio 2007

Sciopero degli statali, scende in campo Prodi

Sciopero degli statali, scende in campo Prodi

Roma, 09 MAG (Velino) - I sindacati alla fine hanno deciso: dopo l'ennesimo rinvio del governo sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, e soprattutto senza il chiarimento politico chiesto al premier Romano Prodi, e' sciopero. Per le organizzazioni di settore Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa l'agitazione e' fissata per il primo giugno e riguardera' i lavoratori del pubblico impiego, ministeri, enti locali e sanita'. La manifestazione si terra' a Roma.
Non solo: i segretari generali di categoria Carlo Podda, Rino Tarelli, Carlo Fiordaliso e Salvatore Bosco hanno deciso di promuovere in un unico giorno del mese di maggio, una giornata di 'Sciopero al Contrario', nella quale i servizi per la cittadinanza saranno aperti un'ora in piu' in forme autogestite promosse dalle organizzazioni sindacali. Anche la Confsal conferma lo sciopero il primo giugno. Per la
scuola la mobilitazione e' prevista il quattro giugno, conferma lo Snals. Intanto il premier ha gia' convocato a palazzo Chigi i ministri della Funzione pubblica Luigi Nicolais e dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
Da settimane Cgil, Cisl e Uil attendevano un confronto con il governo, "un chiarimento politico con Prodi" appunto, sui contenuti della direttiva in base alla quale i contratti, che interessano tre milioni e mezzo di lavoratori comprese le Forze Armate e che sono scaduti a dicembre 2005, devono essere rinnovati, sia per l'entita' degli aumenti sia per la distribuzione della produttivita'. Ma facciamo un passo indietro. Al famoso tavolo apparecchiato a Palazzo Chigi il Venerdi' Santo, il 6 aprile, i sindacati annunciarono con soddisfazione che l'accordo, da tre miliardi e 711 milioni per il biennio 2006/2007 c'era. Era di 101 euro lordi mensili, +5 per cento, ovvero un euro in piu' rispetto al precedente rinnovo 2004-2005. Lo stanziamento complessivo sarebbe stato inserito nella Finanziaria 2008 con l'impegno dell'esecutivo di rendere gli aumenti esigibili dal gennaio 2007. In particolare per il settore Aran, secondo quanto dichiararono i sindacati, era previsto un miliardo e 386 milioni, per i non contrattualizzati del settore statale (per esempio le forze dell'ordine) 658 milioni, per il settore pubblico non statale (enti locali) un miliardo e 667 milioni, di cui 851 milioni per il servizio sanitario nazionale.
A confondere le acque ci ha pensato poi la bozza della direttiva madre sulla contrattazione integrativa, bocciata dai sindacati: di fatto metteva un tetto agli incrementi retributivi del 4,46 per il biennio 2006/2007, e quindi in busta paga sarebbe arrivato ai lavoratori meno di quanto pattuito in precedenza. Tra polemiche, incomprensioni e rinvii, la lunga odissea dei contratti pubblici sembrava si sarebbe conclusa oggi. Lunedi' scorso il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais aveva annunciato la convocazione da parte del governo e anzi si diceva fiducioso di vedere finalmente la fine della questione. "Il contratto di lavoro e' complesso – aveva sottolineato - ma ho preparato la direttiva e sono pronto".
Le ultime parole famose. E il mancato confronto non potra' non pesare, come hanno piu' volte dichiarato i sindacati, sugli altri tavoli della concertazione.

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