giovedì 12 aprile 2007

Apc-*STATALI/ SINDACATI: NO A DIRETTIVA, TRADISCE CONTENUTI

Apc-*STATALI/ SINDACATI: NO A DIRETTIVA, TRADISCE CONTENUTI
Segretari generali promuovano incontro con governo
Roma, 12 apr. (APCom) - La direttiva madre sul contratto del pubblico impiego, emanata dal governo, tradisce i contenuti delle intese raggiunte il 5 e 6 aprile a Palazzo Chigi. A sostenerlo sono i sindacati del settore, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl sottolineando che "il conflitto apertosi col governo non può dirsi risolto e va considerata grave la lacerazione intervenuta nei rapporti tra le parti che riguarda ormai non solo le categorie, ma i livelli confederali". Pertanto, le segreterie nazionali delle categorie hanno richiesto ai segretari confederali del settore pubblico, ed ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, di promuovere congiuntamente una conferenza stampa ed un incontro di chiarificazione con il governo.
Parallelamente, allo scopo di determinarne la migliore riuscita, le segreterie hanno avviato un confronto con la Commissione di Garanzia per verificare le modalità attraverso le quali lo sciopero, già previsto per il 16 aprile, possa essere riproclamato per il mese di maggio.
Tornando alla direttiva, secondo i sindacati, non risponde alle intese raggiunte l'indicizzazione di un tetto massimo di incremento salariale, comprensivo anche della contrattazione integrativa. Questa misura, se confermata, "viola non solo i richiamati accordi, ma soprattutto l'attuale sistema di relazioni sindacali (luglio93), sospendendo di fatto, nella totalità del settore pubblico, la contrattazione integrativa e con essa ogni possibilità di riorganizzare i servizi e le amministrazioni". Non vi è infine traccia nella direttiva, secondo i sindacati, della necessità di dotare i contratti di strumenti che rendano possibili e impegnative le affermazioni del Memorandum, sulle riorganizzazioni, il blocco delle esternalizzazioni, e l'introduzione di reali strumenti di innovazione, di misurazione della produttività e del grado di soddisfazione dei cittadini sui servizi erogati.
"Il blocco della contrattazione integrativa, dunque, impedisce peraltro l'adozione di misure che riconoscano davvero l'apporto individuale al processo produttivo".

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